LA NATIVITÀ - 1961

Legno dipinto, fibra di vetro, metallo, vetro, gioielli, nastri, ossa, pupazzi impagliati ecc.

Opera successiva a “La casa di Roxy”, “La natività” fu originalmente concepita come quadro all’interno di un quadro, come quelli che si trovano a Natale nelle chiese di campagna. Il progetto di Kienholz era di ambientarlo in una chiesa modellata con tubi di ferro, in modo che risultasse una struttura aperta e potesse facilmente essere tolta e rimessa. A completamento dell’attuale scena della Natività dovevano esserci un prete presso il pulpito, sua moglie come organista, la congregazione dei fedeli e una stanza nel retro pronta per una cena alla buona (“pot luck supper”). Dopo aver ultimato la scena della Natività, Kienholz scoprì che un altro artista aveva usato la sua idea dei tubi di ferro per scopi differenti e di conseguenza abbandonò il progetto della chiesa completa. Un amico gli aveva inviato dal Giappone un minuscolo crocifisso sul cui punto d’incrocio sporgeva un temperino. Questo oggetto lo appassionò a tal punto da volerlo inserire come parte della prima figura di Re Magio. Da cui il carattere di gioiello dell’opera. Gesù è costruito con una lampada intermittente simile a quelle usate per le strade durante i lavori in corso. Maria è inginocchiata, come si addice all’Immacolata Concezione, mentre Giuseppe, a cavallo del suo asino, gioca silenziosamente il suo ruolo. “La casa di Roxy” e “La natività” risulteranno talmente centrali nel pensiero artistico di Kienholz da influenzare tutte le opere seguenti.